Amburgo, 1971
Questa storia inizia nell’anno in cui Jim Morrison viene trovato morto, mentre la guerra in Vietnam è al suo sedicesimo anno, e intanto John Lennon fa conoscere al mondo la sua Imagine.
Ah, sì, e il Principato di Monaco vince l'Eurovision a Dublino.
Ad Amburgo invece, il 1° aprile di quell’anno Monika Ertl spara a Roberto Quintanilla Pereira. O almeno, così sembra.
La sua colpevolezza non verrà mai provata. Perché? A causa di una pistola “perduta”, che ci riguarda molto da vicino.
Nei pressi di La Higuera, 9 ottobre 1967
Per capire perché Monika Ertl ha sparato - o almeno così si dice - a Quintanilla Pereira, c’è bisogno di fare un passo indietro nel tempo e nello spazio: fino in Bolivia.
Il 9 ottobre del 1967, poco lontano dal piccolissimo villaggio di La Higuera, moriva giustiziato Ernesto Guevara de la Serna, che da ora in avanti chiameremo banalmente il Che.
Dopo l’uccisione, il cadavere del rivoluzionario non fu lasciato in pace: prima venne legato ai pattini di un elicottero per essere trasportato, poi un medico militare ne amputò le mani per permettere l’identificazione delle impronte.
A dare l’ordine di questa inutile azione - il Che era già stato riconosciuto prima di essere ucciso - fu proprio Roberto Quintanilla Pereira, colonnello dei servizi segreti boliviani.
L'Esercito di Liberazione Nazionale (ELN), organizzazione fondata dal Che, non lo dimenticherà facilmente. E nemmeno Monika Ertl, nata tedesca ma naturalizzata boliviana.
Italia, 1971
Per questa storia perduta serve fare una capatina anche in Italia: siamo nel bel mezzo degli anni di piombo e al 1° aprile 1971 sono passati quindici mesi e mezzo dalla strage di Piazza Fontana, alla Banca Nazionale dell'Agricoltura nel centro di Milano.
Considerata più avanti “la madre di tutte le stragi” di quell’epoca - piena di forti tensioni, estreme idee politiche e folli spargimenti di sangue - le indagini rivelarono solo dopo molto tempo che l’attacco fu compiuto da terroristi di estrema destra, e non da anarchici come si credeva inizialmente.
Questo evento sarà decisivo per la vita di Giangiacomo Feltrinelli, padre di quello che oggi è tra i gruppi editoriali più grandi del nostro Paese.
Ma cosa c’entra?
Oltre alla casa editrice, Giangiacomo detto Osvaldo, partecipò non solo alla Resistenza, ma nel 1970 fondò i GAP (Gruppi d'Azione Partigiana), tra le prime organizzazioni armate di sinistra. Ricordiamo, negli anni di piombo.
Forse per questo, poco dopo la strage, alcuni agenti in borghese gironzolavano fuori la sua casa editrice, probabilmente pronti a fabbricare prove su qualche sua implicazione nella tragedia. Non si può biasimare la scelta di Osvaldo che, a quel punto, decise di passare alla clandestinità.
Okay, okay. Ma quindi?
L’editore morì quasi un anno dopo Roberto Quintanilla Pereira. La versione ufficiale dice che tentava d’installare una bomba per un attacco terroristico a Segrate, Milano.
La versione del Movimento Studentesco e di diversi intellettuali invece, sostiene la tesi che Feltrinelli sia stato assassinato perché “il potere politico, il governo, il capitalismo italiano avevano bisogno di un mandante”, dato che “sei o sette candelotti possono esplodere in mano a Feltrinelli lasciandone integro il volto per il sicuro riconoscimento”.
C’è da chiarire anche che i GAP erano un gruppo paramilitare ispirato a Che Guevara.
Consolato boliviano, Amburgo, 1° aprile 1971
I colpi che uccisero Roberto Quintanilla Pereira partirono da una Colt Cobra. La pistola in questione venne estratta dalla borsa di Monika Ertl, che in quel momento vestiva i panni di una giornalista australiana pronta a intervistare il neo console dello Stato sudamericano, presso l'allora Germania Ovest.
Non appena entrata nello studio dell’ex colonnello dei servizi segreti, la ragazza sparò tre colpi e si diede alla fuga, lasciando sulla scena del delitto pistola, borsa, parrucca e un biglietto:
Vittoria o morte
Di Monika Ertl si persero le tracce, fino a che si scoprì in Boliva. Lì si era trasferita già a undici anni, quando il padre – regista del cinema nazista – scappò durante la denazificazione della Germania. Sua figlia nel tempo non solo era entrata nel ELN boliviano, ma aveva combattuto in seconda linea insieme a Che Guevara, diventando una delle principali dirigenti dell’organizzazione.
Monika Ertl morì due anni dopo l’omicidio di Quintanilla Pereira, per un’imboscata dell’esercito boliviano. Il suo corpo non venne mai trovato.
In Germania divenne nota e viene a oggi ricordata come la "vendicatrice di Che Guevara”, nonostante la sua colpevolezza non venne mai completamente dimostrata. Perché?
Perché la Colt Cobra era di proprietà di Giangiacomo Feltrinelli.