Vienna, 23 aprile 1854
Questa storia inizia nel momento in cui Elisabetta di Baviera fa il suo ingresso ufficiale a Vienna, il giorno prima delle sue nozze, celebrate il 24 aprile 1854.
Da qui in poi però, chiamiamo questa futura imperatrice con il nome che tutti conosciamo: principessa Sissi.
Tra le reali più famose, Sissi si distingue per l’incredibile bellezza e per il passionale amore avuto con Franz (che gli storici preferiscono chiamare Francesco Giuseppe d'Austria).
La sua fama si deve principalmente alle numerose rappresentazioni cinematografiche e televisive, a cominciare dalla trilogia di film degli anni Cinquanta.
Intere generazioni sono cresciute con la storia di questa principessa, seguendo le vicende del suo bramato matrimonio e della sua arcigna suocera.
Grazie ai cartoni animati anni Novanta, alle bambole dai suntuosi vestiti, fino alle ultime serie tv a lei ispirate come L’imperatrice, Sissi è un personaggio indelebile nel nostro immaginario.
Ma come spesso accade con i personaggi reali, si ricorda solo una parte della loro storia, e tendenzialmente mai la sua fine.
Da qui, nascono le storie perdute.
Da qui, nasce anche questa storia perduta.
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Mayerling, 1889
Non si può negare che tra Sissi e Franz sia stato amore a prima vista. Almeno da parte del reggente austriaco che preferì la diciasettenne Elisabetta alla più vecchia sorella Elena, già ventenne, a cui era stato designato.
Questa preferenza continuò fino ai ventitré anni di Sissi quando, sei anni dopo le nozze, iniziarono a emergere le prime notizie riguardanti l’infedeltà del re.
La salute della principessa ne risentì, nonostante avesse già dimostrato una salute cagionevole poco dopo essere entrata a far parte della corte viennese. Sembrava riprendersi solo quando si allontanava dalla capitale e dall’imperatore.
Un’ipotesi della storica Brigitte Hamann è quella che Sissi soffrisse di una forma di anoressia nervosa: si sottoponeva spesso a diete sfiancanti e pesanti esercizi fisici. Era irrequieta, rifiutava cibo e sesso. Ossessionata dalla giovinezza, Elisabetta faceva anche uso di maschere notturne, ricorreva a bagni caldi nell'olio d'oliva, dormiva con i fianchi avvolti in panni bagnati e beveva misture di albume d'uovo e sale.
La sua salute fisica e mentale peggiorò molto lungo gli anni, soprattutto dopo i fatti di Mayerling del 1889, che videro la morte per suicidio dell’unico figlio maschio ed erede, Rodolfo.
La leggenda dice che da quel momento Elisabetta si vestì solo di nero. E infatti, anche dieci anni più tardi, il 10 settembre 1898, vestiva di scuro e si celava dietro una veletta quando venne assassinata.
Parigi, 22 aprile 1873
Diciannove anni dopo l’ingresso ufficiale a Vienna della principessa Sissi, Luigi dava il suo saluto al mondo nascendo dalla madre Luigia Lucchini, a Parigi.
La donna era arrivata fino in Francia per poter partorire in segreto il figlio del suo rapporto clandestino con un possidente di Albareto, nel parmense. La neo madre abbandonò poi il pargolo all’Hospice des enfants assistés, emigrando poi negli Stati Uniti senza mai più rivederlo.
Un caso - oppure no - volle che all’anagrafe francese il cognome del bambino venisse francesizzato: da Lucchini passerà alla storia come Lucheni.
10 settembre 1898, Ginevra, ore 13.00
Nel settembre del 1898, l'imperatrice Sissi arriva in incognito a Ginevra, insieme all’amica contessa Irma Sztáray. Molti erano i nobili che passavano per la città, come il pretendente al trono di Francia, il Duca d'Orléans, che aveva da poco lasciato la meta svizzera.
Alle ore 13.00 del 10 settembre l’imperatrice stava per imbarcarsi per la frazione di Montreux-Territet insieme alla contessa. Ma fu fermata prima da un uomo nascosto dietro a un albero con un mazzo di fiori.
Celata nel regalo floreale, una lima con cui Sissi venne pugnalata al petto da un unico colpo.
La donna, caduta per l’effetto dell’urto, si rialzò e iniziò a correre verso il battello quasi in partenza, senza dimostrare nessun dolore. Riuscì a salire sull’imbarcazione, raggiungendo la contessa, per poi svenirle tra le braccia.
Il corsetto che la stringeva e le infliggeva grandi dolori da una vita, aveva rallentato l’emorragia interna. Almeno fino alla sua apertura.
Un’ora dopo, l’imperatrice Sissi morì sul suo letto d’albergo, a sessant’anni.
10 settembre 1898, Rue des Alpes 3, Ginevra
Ma che fine ha fatto l’uomo con la lima?
Datosi subito alla fuga, si fermò molto presto, in Rue des Alpes 3, dove liberatosi dell’arma, venne poi fermato da dei passanti.
In poco tempo sopraggiunse la polizia che lo arrestò, portandolo in caserma per l’interrogatorio. Pare che alla richiesta di spiegazioni per quel gesto, la risposta fu:
“Perché sono anarchico. Perché sono povero. Perché amo gli operai e voglio la morte dei ricchi.”
Sarà riportato poi il suo interrogatorio:
“Vi si accusa del tentato omicidio di Sua Maestà l’Imperatrice d’Austria. Confessate di aver fatto ciò?”.
“Sì”.
“Vi potete sedere se volete. Come vi chiamate?”.
“Lucheni”.
“Nome di battesimo?”.
“Luigi”.
“Quando siete nato?”.
“23 aprile 1873”.
“Dove?”.
“A Parigi”.
Italia, tra il 1873 e il 1898
Dopo essere stato abbandonato dalla madre, Luigi fu accolto all’orfanotrofio Enfants Trouvés di Parigi, prima di essere rimpatriato in Italia, precisamente ad Albareto, città di Luigia.
Lucheni cresce da quel momento tra povere famiglie affidatarie, alcune delle quali ospitano orfani solo per ricevere il sussidio. Anche per questo probabilmente, Luigi decide di scappare a 14 anni: la sua meta è l’Europa intera.
Nelle sue memorie scritte in carcere, racconterà la sofferenza dell’abbandono: amava e odiava la madre allo stesso tempo. Erano per lui forte motivo di sofferenza le ingiustizie di una società che non rispettava i diritti dei bambini ad avere amore e felicità.
A salvarlo, negli ultimi anni del XIX secolo, fu il servizio militare a Napoli: partecipò alla guerra in Africa prestando servizio al principe Raniero de Vera d'Aragona. Sarà proprio lui, a conflitto terminato, a introdurre indirettamente il ragazzo a una nuova società: la nobiltà.
Iniziarono lì i suoi primi sentimenti d’odio verso tutte le classi agiate. Anarcopedia riporta questa sua citazione, sebbene senza fonte:
“Non c'è alcuna differenza tra monarchia e repubblica. Nobili, borghesi, Chiesa, sono un'unica cosa. Tutti vivono sfruttando il sudore e la miseria dei contadini e dei lavoratori diventando sempre più ricchi e più grassi.”
Persa la possibilità di diventare direttore di carcere, lasciò Napoli e tornò a vagabondare. A Losanna iniziò a conoscere alcuni gruppi anarchici e le loro idee di regicidio. Ma più che per spinta all’insubordinazione, Lucheni pensava a questa ipotesi di omicidio come a un modo per passare alla Storia.
Compiere un atto di quelle dimensioni avrebbe sicuramente donato al suo nome un posto nell’eternità della memoria.
Per questo nel 1898 comprò una lima triangolare, non potendosi permettere altro, e partì alla volta di Évian-les-Bains, luogo di villeggiatura dell’aristocrazia d’Europa. Non vi trovò però una vittima adeguata.
Non gli restava quindi che approfittare del passaggio a Ginevra, a soli 45 km più in là, del Duca d'Orléans.
Fu il caso a decidere per queste tre vite: il pretendente al trono francese aveva già lasciato la città, ma tra quelle strade vi era ancora l’imperatrice Elisabetta d'Austria.
Lucheni venne a sapere della sua presenza da un commilitone del servizio a Napoli, Giuseppe Abis della Clara, appartenente a una famiglia nobile che aveva servito da generazioni l’impero austro-ungarico.
Fu lui a informare l’uomo sulle sembianze dell’imperatrice: da quando vestiva solo in nero, la donna era difficilmente riconoscibile. Fu sempre lui a consigliargli:
“Ecco chi puoi assassinare.”
Ginevra, 1898
La sentenza per l’omicida dell’imperatrice Sissi fu l’ergastolo. Luigi Lucheni in carcere imparò il francese, con cui scrisse Storia di un ragazzo abbandonato alla fine del XIX secolo, raccontata da lui medesimo. Queste sue memorie vennero sequestrate.
In seguito prese le distanze dall'anarchismo, dichiarando sempre
Non ho complici. Io sono il mio complice.
Non mi pento di nulla!
Sono certo che rifarei quello che ho fatto!
Dopo varie aggressioni in carcere, il 19 ottobre 1910 venne ritrovato impiccato nella sua cella, strangolato da una cintura. Il dubbio che si sia trattato di omicidio rimarrà per sempre.
2023
La principessa Sissi desiderava essere sepolta a Corfù, perché molto appassionata della cultura greca. Nonostante questo, la sua tomba si trova nella Cripta Imperiale a Vienna, vicino a Franz e a Rodolfo.
In compenso fu esaudito il suo augurio di morire “improvvisamente, rapidamente e se possibile all’estero”. A esaudirlo, uno di quei bambini infelici - per cui lei piangeva - "oppressi dall'Ordine stabilito" (Diario poetico, Edizioni Mgs Press, 1984).
Luigi Lucheni oggi non viene ricordato dai più. Il suo nome non è entrato nella Storia, al massimo in una piega di poco conto. Fu criticato dagli stessi anarchici perché Sissi non era altro che una donna non politicamente attiva, oltre che sola e disperata.
Santo Cappon, che scrisse la biografia dell’assassino, ipotizzò che ciò che quest’ultimo aveva fatto all'Imperatrice non fosse altro che una punizione per la madre che lo aveva abbandonato.
Dopo la morte, la testa di Lucheni fu recisa, conservata nella formalina, messa in mostra. Venne poi regalata dal Governo svizzero all'Istituto di patologia di Vienna nel 1998.
Ogni storia ha dentro tante storie, se questa ti è piaciuta particolarmente, questi sono 3 consigli per te:
Scopri “Il corsetto dell’imperatrice”: la prigione di rabbia di Sissi - Il Sole 24 Ore
Leggi Come e perché ho ucciso la principessa Sissi, edizioni anarchismo, 2009
Approfondisci Sissi con la biografia della storica Brigitte Hamann